Cosplay sarà pure not consent, freedom etc. ma non tutti realizzano che “Cosplay is Internet”.

Se anni fa ai cosplayers bastava ritrovarsi al raduno del loro manga preferito al Lucca Comics e arrangiare un costume di uno dei personaggi alla bene e meglio con scarti di guardaroba, oggi la situazione sembra essere un po’ cambiata. Più cura, più investimento di risorse da parte di chi indossa, chi crea e chi ritrae. Non staremo a sindacare sulle motivazioni, ma trovatemi un cosplayer che quando ha una foto al suo costume non la spamma ovunque in tutti i siti dove possiede un account.

Ci piace, è fantastico. Siamo e, soprattutto, siete tutti meravigliosi con i vostri lavori.

Quindi di che stiamo parlando oggi? Parliamo di Europa e degli articoli sul copyright.

NON FUGGITE, è importante!

Chi di noi non ha caricato una sua foto su Instagram, Facebook o DeviantArt? Chi di noi non ha investito sangue sudore e lacrime sul proprio progetto? Chi di noi non si è fatto un mazzo o a cucire, mettere insieme pezzi di props, a risparmiare i soldi per una commissione, o anche solo su photoshop?

Questo articolo è per voi.

Se proprio non vi va vi lascio il link all’ultimo video di Yotobi (qui il link in coll. Ipertext) (https://www.youtube.com/watch?v=2tBwsJ-SCSg).

Karim qui ci parla della riforma approvata meno di un mese fa dall’Unione Europea che interessa le norme del copyright, la “Direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale”.

Avete presente quando fate un disegno e lo postate su internet? Questa direttiva serve a tutelare il vostro disegno in caso ci vengano fatte cose che non volete.

Qui il testo integrale in italiano, dal sito dell’UE >>>>>>>> https://ec.europa.eu/transparency/regdoc/rep/1/2016/IT/1-2016-593-IT-F1-1.PDF

Perché si è sentito il bisogno di farlo?

Chi conosce la parola “Freebooting”?

In breve, il Freebooting è quando si posta un contenuto di qualcun altro su un profilo o su una pagina. Questa pratica di solito non crea problemi se a condividere il video è un profilo privato, anzi, i creatori del contenuto originale ne sono spesso molto contenti. Quando, invece, a farlo è una pagina che ha modo di guadagnare dal contenuto abbiamo a che fare con il Freebooting, specialmente quando non cita la fonte da cui viene il contenuto caricato.

Vi è mai capitato di vedere più volte lo stesso video divertente in pagine diverse con bande nere in alto o in basso, a volte con una frase a effetto scritta sopra o anche emoticon? Probabilmente quel video era stato ricaricato senza il permesso del creatore e la pagina aveva monetizzato le visualizzazioni, di fatto lucrando sul prodotto altrui. Le bande nere spesso sono usate per cancellare i loghi originali che stabiliscono a chi appartiene il contenuto. Qui accanto una serie di esempi di video Freebooting.

Questa pratica va avanti da molto tempo, ed è il motivo per cui una direttiva come questa ha un fine più che nobile, anche se mal concepito da chi l’ha scritta.

“Direttiva” vuol dire che l’Unione Europea non comanda a bacchetta tutti gli stati europei, né che questi devono fare la stessa cosa allo stesso modo, ma che in base ai rispettivi governi ogni singolo stato dovrà creare una o più leggi e provvedimenti che garantiscano la messa in atto della direttiva.

Gli articoli potranno sembrare poco chiari, ma perché quello deve essere il prodotto finale: il modo in cui noi arriveremo a ottenere quello che vogliono all’UE lo dovrà decidere il governo Italiano (Di Maio, Salvini, Conte etc.).

Negli ultimi 2 anni internet sembra essersi interessato di più agli articoli 11 e 13. Ora ve li spiego in breve.

L’articolo 11 riguarda il giornalismo e come i giornali potranno approcciarsi con l’utilizzo dei materiali di Internet e vice versa. Per farvela breve e facile fingiamo che voi abbiate un sito internet: se volete citare un articolo di un giornale, o anche solo una parte, dovrete pagare una “Link Tax/Tassa sul link” per poterlo fare. Per vostra fortuna questo interessa i domini internet che guadagnano moltissimo dalle loro attività, quindi i siti più piccoli, incluse le start – up, non sono incluse. I vostri piccoli siti sono ancora al sicuro… per ora.

Vi copio l’articolo 13.

1. I prestatori di servizi della società dell’informazione che memorizzano e danno pubblico accesso a grandi quantità di opere o altro materiale caricati dagli utenti adottano, in collaborazione con i titolari dei diritti, misure miranti a garantire il funzionamento degli accordi con essi conclusi per l’uso delle loro opere o altro materiale ovvero volte ad impedire che talune opere o altro materiale identificati dai titolari dei diritti mediante la collaborazione con gli stessi prestatori siano messi a disposizione sui loro servizi. Tali misure, quali l’uso di tecnologie efficaci per il riconoscimento dei contenuti, sono adeguate e proporzionate. I prestatori di servizi forniscono ai titolari dei diritti informazioni adeguate sul funzionamento e l’attivazione delle misure e, se del caso, riferiscono adeguatamente sul riconoscimento e l’utilizzo delle opere e altro materiale.
2. Gli Stati membri provvedono a che i prestatori di servizi di cui al paragrafo 1 istituiscano meccanismi di reclamo e ricorso da mettere a disposizione degli utenti in caso di controversie in merito all’applicazione delle misure di cui al paragrafo 1.
3. Gli Stati membri facilitano, se del caso, la collaborazione tra i prestatori di servizi della società dell’informazione e i titolari dei diritti tramite dialoghi fra i portatori di interessi, al fine di definire le migliori prassi, ad esempio l’uso di tecnologie adeguate e proporzionate per il riconoscimento dei contenuti, tenendo conto tra l’altro della natura dei servizi, della disponibilità delle tecnologie e della loro efficacia alla luce degli sviluppi tecnologici.

So che non avete letto la parte in corsivo quindi ve la rispiego in breve.

13.1 I siti su cui caricate la vostra roba devono usare dei sistemi per riconoscere i contenuti caricati, tipo i bot

13.2 Ci devono stare pure i form di reclamo… non sia mai il bot si sbagli (chi usa il bot che trascrive i vocali su Telegram sa benissimo di cosa parlo)

13.3 Nel dubbio ogni suggerimento per migliorare i bot di riconoscimento automatico è ben accetto

Non so se vi è mai capitato di caricare un video su Youtube, ma un bot è quella macchina che, seguendo un algoritmo, appena finisci di caricare il tuo lavoro ti manda un messaggio dicendo “Lo so che hai usato la canzone di Sfera Ebbasta come sottofondo”. Con questa direttiva anche Facebook e altri siti importanti con grandi numeri dovranno avere un bot come questo che rileva automaticamente cosa stai caricando.

Voi direte: embé?

Dimmi, tu che hai fatto il cosplay di D.Va spendendo soldi per stoffe, aghi, filo, macchina da cucire, viaggio e fotografo… facciamo pure per l’ordine da Ali Express del costume e del Selfie Stick per completezza.

Da dove viene D.Va?

Bravo, è di Overwatch.

E Overwatch?

Bravo, è un gioco della Blizzard

Il messaggio che riceverete appena premuto il tasto “carica” sarà qualcosa come “il tuo post viola le nostre norme a protezione del copyright” ma il significato sarà più o meno questo:

“Ciao utente “Cosplayer_chan_2007”! Hai fatto una foto di D.Va! Mi dispiace non puoi caricarla altrimenti io <sito> devo pagare i diritti della tua foto a Blizzard! Presta più attenzione la prossima volta”.

Oppure…

“Ciao utente Cosplayer_Kun_99”, bello il tuo cosplay di LoL ma se lascio sta foto qui sul mio sito che vanta ci centinaia di migliaia di contatti Riot Games potrebbe farmi causa! Mi dispiace, non posso accettartela

Se volete posso continuare, ma preferisco evitare.

I problemi sono due: il primo è che al momento i bot potrebbero non essere in grado di garantire un buon funzionamento del sistema di riconoscimento, ma è quello che dovrebbe preoccupare meno. Il sistema di ricerca automatico di Google Immagini sembra funzionare abbastanza bene, e niente impedirebbe a Facebook e simili di acquistarne la licenza per usarlo. Inoltre se oggi un bot non funziona lo si può sempre migliorare. Il vero problema è che utilizzando, di fatto, filtri per la pubblicazione di contenuti si limiterebbero l’apertura e la circolazione delle informazioni su internet, ma non è questo il luogo e momento di discuterne.

L’altro problema è una cosa bellissima: l’autore del contenuto originale sarà avvantaggiato quando andrà a contestare la ricondivisione non consentita.

Non andrò più a fondo riguardo a chi fa uso di Patreon, o chi vende stampe e riesce a monetizzare la sua immagine, ma per farvela breve da adesso i creatori di contenuti hanno più vantaggi. Il problema vero è che se i capi di Blizzard un giorno decidessero che non vogliono vedere più un cosplayer di D.va su Instagram noi restiamo fregati.

“Stai dicendo che tutti resteranno fregati perché qualche bastardo ha rubato su internet foto di altri e ci ha fatto i soldi sopra spacciandoli per suoi?”

Purtroppo sì.

La mancanza di regole ha permesso la venuta dei furbi e spero che questa direttiva faccia più bene che male. Ciò non toglie che i creatori di contenuti abbiano interesse nel vedere le loro opere girare e mostrate nei siti più importanti, (Intendo che è improbabile che Blizzard decida che non si può più postare foto di cosplay di D.va e simili), e soprattutto gli autori piccoli avranno interesse che i nuovi filtri non siano troppo restrittivi.

Il mio consiglio è: siate onesti e precisi.

Quando taggate la vostra foto non tralasciate nulla perché è nell’interesse sia del creatore del contenuto che del cosplayer rendere il suo lavoro raggiungibile quanto più possibile.

Siate bravi con tag e hashtag, non abbiate paura di sperimentare con i loghi e se i vostri lavori sono belli gli autori vi ricondivideranno volentieri, è anche nel loro interesse.

Ma soprattutto, non date motivo all’autore di arrabbiarsi con voi! Se prima era legittimato a richiedere la rimozione del vostro contenuto ora, per fortuna, sarà avvantaggiato. Non buttate all’aria il vostro lavoro e siate quanto più espansivi possibile, potrà solo che far del bene a voi e agli altri.

Scritto da: Annalisa Cicchetti

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